Verso i Pir, e oltre. Costruttori di opportunità

Pubblicato il 5/3/2020

Editoriale pubblicato sul Dossier Pir di FocusRisparmio (Febbraio 2020)

 

di Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni

 

Il 2020 sarà un anno importante per l’industria italiana del risparmio gestito. La ricerca di sinergie e la collaborazione tra le forze politiche hanno permesso il rilancio dei Pir, una soluzione di investimento che ha funzionato egregiamente ed è stata accolta con convinzione da operatori e risparmiatori sin dal lancio nel 2017.

L’anno scorso, purtroppo, le modifiche introdotte con la legge di bilancio per il 2019 hanno snaturato lo strumento bloccandone l’operatività. Da inizio anno, assieme ai Pir è ripartito un veicolo che porta liquidità anche verso Aim e small cap, stimolando l’accesso ai mercati di quotazione delle imprese che – per natura e dimensioni – sono già prossime a quel segmento.

Ma adagiarsi sugli allori non basta. I Pir non sono un ritorno al passato, bensì un rilancio per il futuro e un tassello importante di una strategia più ampia volta a convogliare le risorse del risparmio italiano verso l’economia reale, a partire dalle Pmi.

Siamo dunque già proiettati verso la costruzione di nuovi segmenti e opportunità di mercato. La sfida – spingere flussi di risorse verso asset class meno liquide, tipicamente appannaggio dei fondi chiusi – è ambiziosa e va affrontata raccogliendo tutte le risorse tecniche disponibili, facendosi guidare dalla stella polare della tutela dei clienti. Così come accaduto con i Pir, strumentale per lo sviluppo di questo settore sarà la messa a punto di un efficiente sistema di incentivi per l’investimento in fondi chiusi e portafogli illiquidi.

Perché si creano agevolazioni fiscali? Perché abbiamo tanto risparmio – il sistema di Sgr che fanno capo ad Assogestioni è direttamente responsabile per la gestione di 2.288 miliardi (fonte: rilevazioni dell’ufficio studi di Assogestioni, dati al 31 dicembre 2019) – ma abituati come siamo a comprare seconda casa e Btp, spesso non siamo in grado di modificare le nostre abitudini di investimento neanche quando ci converrebbe. In tal senso, il lavoro di consulenti finanziari e private banker è fondamentale, ma da solo non basta.

Per sostenere l’allocazione della ricchezza finanziaria verso le imprese e le infrastrutture del Paese avremo bisogno di un governo che accolga le competenze e le idee del risparmio gestito. Assogestioni è pronta a offrire massima collaborazione per trovare una soluzione affinché si sviluppino specifiche forme di incentivo per gli investimenti in fondi chiusi, così che anche gli asset non quotati possano crescere con vigore.

Certamente gli Eltif sono un buon punto di partenza in quanto strumenti adatti allo scopo, ma non sono gli unici. È strategico disegnare un’agevolazione fiscale come quella che ha fatto la fortuna dei Pir, calibrata in maniera giusta: non troppo onerosa per le finanze pubbliche ma allo stesso tempo conveniente per i risparmiatori. Senza dimenticare il ruolo che potrà svolgere la previdenza complementare, habitat naturale per sviluppare forme di sostegno alle asset class meno tradizionali.

In questo dossier (disponibile nel Cornerstone dedicato ai Pir sul sito di FocusRisparmio, ndr) abbiamo raccolto tante idee per diversificare il portafoglio investendo nei Pir e nelle nuove asset class dell’economia reale. È la nostra bussola per orientarsi sul percorso che conduce il risparmio verso un impiego circolare e virtuoso, che aiuti a migliorare la vita degli italiani in un mondo a tassi zero e produttività stagnante. Servono dunque scelte chiare e durature dal governo e innovazione dall’industria per valorizzare il binomio risparmio-impresa privata. Mai come oggi, il momento appare propizio per fare un salto di qualità e dobbiamo farci trovare preparati.

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