Pir, accolto con favore il passo avanti verso il rilancio

Pubblicato il 26/11/2019

Via libera in commissione Finanze alla Camera al rilancio dei Pir. Come riportato da organi di stampa, le modifiche sono confluite in un emendamento al decreto fiscale approvato all'unanimità nella serata di lunedì 25 novembre, che esclude il venture capital dagli investimenti consentiti e sintetizza proposte provenienti da diverse parti politiche per far confluire risorse verso le Pmi.

La modifica prevede che almeno il 70% del patrimonio di un Pir sia investito in strumenti finanziari emessi da imprese italiane o europee ma con stabile organizzazione in Italia, senza limiti nella capitalizzazione della società.

All'interno di questo 70%, l’emendamento riformulato dalla maggioranza di governo prima dell’approvazione prevede un obbligo di riserva del 5% (che equivale al 3,5% del patrimonio dello strumento considerato nella sua interezza) in società di medio-piccola capitalizzazione, “diverse da quelle inserite nell’indice Ftse Mib e Ftse Mid cap della Borsa Italiana o in indici equivalenti in altri mercati regolamentati”.

Il plauso dell'industria

Assogestioni giudica positivamente l’emendamento sui Pir, sebbene le misure potrebbero ancora essere soggette a cambiamenti durante la discussione parlamentare. “L’industria del risparmio gestito accoglie con grande favore l’approvazione dell’emendamento al DL Fisco che rimuove le limitazioni ai Piani individuali di risparmio introdotte dalla legge di Bilancio dello scorso anno”, commenta Fabio Galli, direttore generale di Assogestioni.

“In attesa dei successivi sviluppi parlamentari”, prosegue Galli, “questo passaggio rappresenta un segnale molto apprezzabile di collaborazione tra le forze politiche ai fini del rilancio di un meccanismo fondamentale di incentivo del risparmio di lungo termine delle famiglie verso l’economia reale del Paese”.

La proposta approvata alla Camera “risulta in linea con i profili di liquidità dei Pir costituiti in fondi aperti”, rileva Alessandro Rota, direttore dell’ufficio studi di Assogestioni, in merito all’intervento correttivo. “Se approvata in via definitiva anche in Senato, la norma va nella giusta direzione per la ripresa di un mercato che si era bruscamente fermato nel 2019”, sottolinea Rota.

La riforma rimuove anche il vincolo di unicità per gli investimenti in Pir da parte di casse e fondi pensione. “Apprezziamo che sia stata risolta in sede normativa una questione più volte sollevata in via interpretativa da Assogestioni, ossia l’inapplicabilità ai fondi pensione e alle casse di previdenza del principio di unicità del Pir” commenta Arianna Immacolato, direttore del settore fiscale di Assogestioni.

“Questo consente di aumentare le possibilità di investimento di questi soggetti nei Piani individuali di risparmio, sempre nel limite del 10% dell’attivo patrimoniale”, precisa Immacolato.

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