Italiani e previdenza complementare, un rapporto a ostacoli
La previdenza complementare? E' ancora un mistero per gli italiani. Secondo una ricerca realizzata dal Censis per la Covip sono 16 milioni i lavoratori che ancora non hanno idea di come funzioni la previdenza complementare. Ma spesso il motivo che spinge i lavoratori a non aderire a forme previdenziali private è economica: il 41% degli intervistati dichiara di non potersi permettere la previdenza complementare, mentre il 19% si ritiene troppo giovane per pensare alla pensione, il 9% preferisce lasciare il Tfr in azienda e il 28% non si fida di questi strumenti. Tra coloro che non si fidano spiccano i lavoratori autonomi. Tra questi la percentuale di diffidenti sale al 35%, mentre tra i dipendenti pubblici e quelli privati solo il 26% dichiara di non fidarsi della previdenza. Una non fiducia che nasconde un analfabetismo finanziario ancora molto diffuso in Italia.
In particolare, secondo l'indagine Censis per la Covip, il 47% dei lavoratori italiani non è in grado di comprendere gli effetti dell'interesse composto sul capitale in un normale conto corrente, il 49% non sa come varia il potere d'acquisto del proprio reddito a fronte dell'incremento dei prezzi (cioè non capisce gli effetti dell'inflazione) e il 47% non è consapevole che l'acquisto di azioni è più rischioso dell'acquisto di quote di un fondo comune d'investimento.
Non solo. Circa 11 milioni di lavoratori non conoscono aspetti finanziari basic (come gli interessi sul capitale, l'inflazione, la rischiosità degli investimenti) o ne hanno una conoscenza molto ridotta. Situazione che non migliora se si considerano i laureati: il 30,6% dei lavoratori con studi in economia non conosce gli effetti degli interessi sul capitale, quindi il funzionamento di un investimento, il 39,2% non ha cognizione di come funziona l'inflazione, dell'impatto sul proprio reddito e sul potere d'acquisto, e il 16% non sa che l'acquisto di azioni di un'azienda è più rischioso dell'acquisto di quote di un fondo comune d'investimento.
In questo scenario la soluzione dei giovani lavoratori italiani, tra i 18 e i 34 anni, per risolvere il problema previdenziale passa, nel 38,8% dei casi, dall'investimento in titoli mobiliari, nel 19% dei casi dal mattone e solo nel 17,4% dei casi dalla previdenza complementare.