Gestori di fondi alternativi, la Commissione europea lancia una consultazione

Pubblicato il 2/11/2020

La Commissione europea ha avviato una consultazione su alcuni aspetti relativi alla disciplina dei gestori dei fondi di investimento alternativi.

L’iniziativa fa seguito all’avvio, nel 2018, di un processo di revisione della direttiva 2011/61/UE (Alternative Investment Fund Managers Directive, o Aifmd) da parte della Commissione europea, volto a rafforzare il relativo quadro normativo e conclusosi lo scorso giugno 2020 con la pubblicazione di una relazione da cui sono emersi alcuni spazi di miglioramento della disciplina contenuta nella direttiva.

La Commissione ha predisposto un questionario pubblico volto ad acquisire il feedback degli operatori del mercato, tra cui gestori e distributori di fondi di investimento alternativi (Fia), investitori e associazioni di tutela degli investitori.

Le principali tematiche poste in consultazione riguardano: (i) l’ambito di applicazione e le disposizioni normative in materia di autorizzazione dei gestori di fondi; (ii) la protezione degli investitori (classificazione degli investitori e condizioni per l’accesso ai FIA da parte degli investitori al dettaglio; depositario; trasparenza e conflitto d’interessi; regole di valutazione); (iii) il trattamento dei Fia non UE; (iv) la stabilità finanziaria; (v) l’investimento nel settore del private equity; (vi) gli investimenti sostenibili; (vii) la coerenza con la normativa Ucits, con particolare riferimento all’opportunità di prevedere un approccio più coerente tra normative Ucits e Fia.

Il termine ultimo per l’invio di commenti e osservazioni è fissato al 29 gennaio 2021.

La lettera dell’Esma
Molte tematiche poste in consultazione coincidono con quelle individuate dall’Autorità europea degli strumenti finanziari e dei mercati (Esma) nella lettera avente ad oggetto la revisione della direttiva sui gestori di fondi di investimento alternativi, inviata alla Commissione lo scorso 18 agosto e che l’Assogestioni ha analizzato con le proprie associate. 

Assogestioni ritiene che la lettera dell’Esma costituisca un punto di partenza per migliorare il quadro normativo europeo sulla gestione collettiva del risparmio. In particolare, Assogestioni ritiene che la revisione della Aifmd possa costituire l’occasione per una sistematizzazione della disciplina europea del risparmio gestito.

Di seguito le prime considerazioni di Assogestioni su alcune delle principali tematiche affrontate dall’Esma.

Armonizzazione dei regimi Ucits e Aifmd
Assogestioni condivide l’indicazione dell’Esma che individua nella revisione della Aifmd un’occasione per considerare una maggior armonizzazione dei regimi Ucits e Aifmd. Si tratta peraltro di una convergenza che già da tempo ha costituito uno dei presupposti della disciplina nazionale sulla gestione collettiva del risparmio, contenuta nel Tuf e nella disciplina secondaria di attuazione.

Armonizzazione del “reporting”
In linea generale, Assogestioni condivide il principio che sia opportuno procedere a un’armonizzazione delle regole in materia di segnalazione a livello europeo, purché si proceda alla contestuale eliminazione degli obblighi di segnalazione a livello nazionale.

La prestazione dei servizi MiFID
Assogestioni sottolinea che la proposta dell’Esma di garantire maggiore coerenza ed un “level playing field” (“parità di condizioni”, ndr) tra la disciplina Aifmd/Ucits e la disciplina MiFID al fine di assicurare che società che forniscono servizi simili, come il marketing, siano soggette a standard regolamentari simili, è in linea con l’impostazione già adottata dalla Consob che ha esteso alla commercializzazione di Oicr propri o di terzi i medesimi standard comportamentali previsti dalla MiFID per la distribuzione di strumenti finanziari.

Il regime della delega
Sul tema della delega Assogestioni: (i) è generalmente in linea con l’impostazione dell’Autorità europea circa l’opportunità di fornire chiarimenti nel quadro normativo Aifmd e Ucits riguardo agli obblighi relativi alla delega; (ii) in merito all’alternativa proposta dall’Esma di aggiungere criteri quantitativi ai criteri qualitativi già previsti o fornire una lista di funzioni “essenziali” che devono essere sempre svolte internamente e non possono essere delegate a terze parti, Assogestioni considera più opportuna tale ultima soluzione, in linea con quanto già previsto nella MiFID; (iii) condivide l’esigenza di chiarire se i “supporting task” forniti dalle entità del gruppo siano soggetti o meno alle regole sulla delega di funzioni stabilite nella Aifmd e direttiva Ucits, auspicando l’applicazione di regole più semplificate che facilitino la delega infragruppo; (iv) condivide l’esigenza di fornire chiarimenti in materia di “white-label service providers”, al fine di evitare ‘aggiramenti’ della riserva di attività prevista per i gestori.

Investitori semi-professionali
Assogestioni accoglie con favore l’apertura dell’Esma circa la possibile introduzione di una nuova categoria di investitori semi-professionali. Tuttavia, ad avviso dell’Associazione, una simile ammissione si tradurrebbe in un mero esercizio teorico, ove, al contempo, non si preveda la possibilità che anche tali investitori beneficino del “passaporto europeo” (a differenza di quanto sostenuto nella lettera dell’Esma, da cui sembra di capire che il “passaporto” sarebbe consentito soltanto in relazione alla commercializzazione agli investitori professionali).

Sulla base di queste prime riflessioni, Assogestioni è dunque pronta ad affrontare la risposta all’articolato questionario predisposto dalla Commissione, anche attraverso il supporto e la collaborazione dei gruppi di lavoro tecnici dell’Associazione.

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