Fondi comuni, tutta la verità sui sottoscrittori
Più della metà del patrimonio complessivo investito in fondi di diritto italiano è detenuto da circa 500.000 sottoscrittori, ovvero il 10% dei 5,1 milioni di soggetti che alla fine del 2012 risultavano avere almeno un fondo comune in portafoglio.
È questo uno dei dati emersi dalla nuova edizione del Quaderno Assogestioni dal titolo "I sottoscrittori dei fondi comuni italiani 2002-2012" che mostra, tra il 2003 e il 2012, un dimezzamento dell'incidenza del numero dei sottoscrittori sulla popolazione residente, passato dal 16% del 2003 all'8,4% di fine 2012.
Ma il quaderno curato da Alessandro Rota e Riccardo Morassut, dell'Ufficio Studi Assogestioni, rivela soprattutto l'identikit del sottoscrittore dei fondi comuni italiani. In particolare, nel periodo 2002-2012 il profilo anagrafico dei sottoscrittori è stato caratterizzato dalla tendenza a un lento riequilibrio tra i sessi (oggi le donne rappresentano il 44% dei sottoscrittori), cui si è accompagnato un generale invecchiamento a un tasso superiore rispetto a quello della popolazione italiana, indicativo di un insufficiente ricambio generazionale (l'età media è passata da 52 a 57 anni).
Non solo. Secondo lo studio firmato Rota e Morassut, e disponibile nella sezione Pubblicazioni del sito, oggi meno del 6% degli individui di età compresa tra i 26 e i 35 anni investono in fondi, valore che sale sopra il 9% (36-45 anni) e poi al 12% (46-55 anni), per attestarsi sopra il 13% fino ai 75 anni, età oltre la quale il valore tende a ridursi leggermente.
Ma cosa scelgono questi investitori? Anche il quaderno sui sottoscrittori conferma il buon momento dei prodotti obbligazionari che oggi sono "molto presenti nelle scelte degli investitori italiani, e hanno subito un'ulteriore impennata nell'ultimo anno, grazie soprattutto al crescente successo riscosso dai fondi obbligazionari a cedola/target date" si legge nel volume, che non dimentica l'erosione subita dagli investimenti azionari e da quelli bilanciati che, rispettivamente oggi contano meno del 15% e del 5% nei portafogli dei sottoscrittori.
Discorso diverso, infine, per i fondi flessibili che a partire dal 2006 si sono rapidamente diffusi come prodotti di asset allocation "completi", e oggi rappresenta la scelta principale per il 20% dei sottoscrittori.
Scarica il quaderno "I sottoscrittori dei fondi comuni italiani 2002-2012"