Efama, l’Europa ha riscoperto i fondi comuni

Pubblicato il 5/3/2013

 

Si è chiuso un anno positivo per l'industria europea dei fondi comuni di investimento. Le iniziative della Bce per salvare l'Euro sono solo uno degli avvenimenti che l'anno scorso hanno favorito la crescente richiesta di Ucits. Ad affermarlo Efama, che rileva gli strumenti Ucits e Non-Ucits domiciliati nei paesi europei (Unione Europea, Svizzera e Turchia) e ha diffuso i dati relativi all'andamento del settore europeo alla fine del quarto trimestre del 2012 e degli ultimi dodici mesi in generale.

Entrando nel dettaglio, i numeri diffusi da Efama rivelano, nel 2012, una crescita del 12,4% degli asset totali gestiti che raggiungono alla fine dell'anno quota 8.944 miliardi di euro, di cui 6.295 nei prodotti Ucits (il dato del 2011 era pari a 7.920 miliardi, di cui 6.010 nei soli Ucits). A favorire un tale risultato non solo le performance ma anche la raccolta netta dei prodotti Ucits che, alla fine del 2012 hanno registrato un saldo positivo per 201 miliardi di euro, contro i -97 miliardi del 2011.

Un dato che diventa ancora più eclatante se si considerano solo i fondi di lungo termine Ucits, esclusi i monetari. In questo caso il bilancio del 2012 è pari a 239 miliardi di euro, contro i -64 miliardi del 2011. A trainare la raccolta soprattutto i prodotti obbligazionari che in dodici mesi hanno fatto registrare un saldo positivo per 203 miliardi, contro i soli 2 miliardi raccolti, invece, dai fondi azionari.
Segno meno, infine, per i prodotti monetari che continuano a soffrire per i bassi tassi di interesse e in dodici mesi registrano una raccolta netta negativa per 39 miliardi di euro, in linea con i -33 miliardi del 2011.

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