EFAMA, è ora di costruire un’educazione finanziaria europea
La federazione che riunisce le Assogestioni europee con un report lancia l'allarme sul basso livello di cultura finanziaria degli investitori finali e indica la via per avvicinare i clienti al mondo degli investimenti e della consulenza finanziaria
EFAMA ha pubblicato recentemente un report dedicato all'educazione finanziaria: un vero e proprio invito a governi, associazioni e operatori a mettere al centro della propria attività il tema critico della cultura finanziaria. Il report, dal titolo Building Blocks for Industry Driven Investor Education Initiatives, offre una visione generale dell'intenso lavoro che le diverse associazioni membri di EFAMA (tra cui anche Assogestioni) stanno realizzando nei vari paesi dell'Unione e indica le linee guida da seguire per aumentare il livello di educazione e cultura finanziaria tra gli investitori finali.
L’analisi, oltre a dipingere un quadro chiaro della situazione in Europa, presenta infatti le riflessioni di sei esperti indipendenti che offrono il loro punto di vista sul delicato tema dell'educazione all'investitore finale. Gli esperti confermano una generale mancanza di cultura finanziaria che si riassume nell’allarmante conclusione evidenziata da Annamaria Lusari, The George Washington School of Business. Secondo l'esperta il basso livello di cultura finanziaria "non è specifico di un singolo paese né di una determinata tappa dello sviluppo economico di un paese, ma è generalizzato e si incontra in tutte le fasi e in tutti i paesi". Insomma sul fronte educazione finanziaria l'Europa è unita. Anche se in negativo.
Qualcosa, però, si muove. Come sottolineano gli altri professionisti che hanno partecipato alla realizzazione del report firmato EFAMA.
Viveca Wallén Vrenning, Swedish Financial Supervisory Authority, ha, ad esempio, evidenziato nel suo intervento l'importanza della collaborazione tra le varie autorità e tra le varie associazioni di settore ricordando come oggi siano circa più i 60 le autorità, le imprese e le organizzazioni che tramite la Swedish Investment Fund Association (la Assogestioni svedese) stanno collaborando attivamente per sviluppare una strategia di sviluppo della cultura finanziaria in Svezia. L’obiettivo è aumentare la consapevolezza del valore della pianificazione finanziaria nelle scelte finanziarie. Agendo su quattro diversi target: i lavoratori, i pensionati, gli studenti e gli immigrati.
Messaggi positivi arrivano anche da Flore-Anne Messy, OCSE, e da Gary Tidwell, IOSCO. Il primo, responsabile dell'Educazione finanziaria e delle relazioni globali presso l’OCSE, ricorda l'importante attività della sua organizzazione che ormai dal 2002 è attiva per combattere quello che lui stesso ha definito “analfabetismo finanziario”. Inoltre, Messy ha ricordato come il G20 abbia recentemente riconosciuto l'importanza dell'educazione finanziaria e il risultato di questo riconoscimento sia stata l'adozione da parte di un numero significativo di paesi di strategie volte a promuovere l'educazione finanziaria tra i propri cittadini.
Anche Tidwell ha ricordato l'attività della sua organizzazione, IOSCO, che ha realizzato un paper sul tema e che si pone non solo come soggetto attivo nella realizzazione di norme per l'educazione, ma anche come realtà di scambio di informazioni tra i vari paesi sul tema cultura finanziaria.
Più allarmanti, infine, gli interventi di Guillaume Prache, EuroFinUse, e Keith Richards, The Personal Finance Society. Prache lamenta nel suo intervento la perdita di importanza dell'educazione finanziaria nei piani di studio delle scuole, mentre Richards ha sottolineato che difficilmente i risparmiatori cercheranno servizi di consulenza finanziaria se non avranno un adeguato livello di cultura finanziaria.
Partendo da queste valutazioni degli esperti coinvolti nel report, EFAMA indica nel documento una serie di linee guida che potrebbero portare ad un miglioramento del livello dell'educazione finanziaria dei cittadini dell'Unione Europea. In particolare EFAMA suggerisce di fissare obiettivi precisi e realistici quando si parla di educazione finanziaria. Altrettanto specifico deve essere il target di riferimento. Solo così sarà possibile per le varie associazioni del risparmio gestito realizzare accordi con operatori del mercato e altre organizzazioni. Inoltre, continua EFAMA nel suo report, è importante spingere anche i manager e gli intermediari finanziari a svolgere un'intensa attività di promozione della cultura finanziaria verso gli investitori finali. Soprattutto se si svolge un lavoro che consente il contatto con il cliente finale. Da qui l'invito ai consulenti finanziari a impegnarsi anche sul fronte dell'educazione finanziaria.
In generale il messaggio trasmesso da EFAMA sul fronte educazione finanziaria è chiaro: la priorità deve essere per tutti gli attori dell'industria educare gli investitori su concetti finanziari di base, sui principi fondamentali degli investimenti, sui vantaggi che accompagnano l'atto di investire. Ma quello che conta è che ogni comunicazione volta all'educazione finanziaria sia chiara, accessibile, attraente e senza alcun conflitto di interesse: ovvero senza nessun riferimento esplicito (o implicito) a specifici prodotti.