Salone del Risparmio, si chiude nel segno della previdenza
Preoccupazione, scarsa conoscenza e poca fiducia. Sono questi i tre fattori che oggi sembrano caratterizzare il rapporto tra gli italiani e la previdenza complementare e sui quali sarà importante agire per garantire uno sviluppo dell'industria dei fondi pensione. Ma spiragli per uno sviluppo della previdenza complementare non mancano.
È questo il quadro emerso dalla Plenaria conclusiva del Salone del Risparmio "Previdenza o povvidenza? Una nuova bussola per il futuro" che ha visto la partecipazione di Julia Bates (JP Morgan AM), Raffaele Capuano (Covip), Chiara Fornasari (Prometeia), Fabio Galli (Assogestioni), Davide Gatti (Anima SGR), Sebastiano Mazzoni Perelli (Prometeia), Gian Maria Mossa (Banca Generali) e Fabrizio Sammarco (ItaliaCamp).
"La preoccupazione per il futuro è elevata e cresce con il crescere dell'età: oggi oltre il 50% della popolazione ha aspettative di peggioramento del proprio tenore di vita" ha subito sottolineato Chiara Fornasari nel presentare i dati di una ricerca sul tema previdenza e risparmiatori italiani. Una ricerca che ha confermato la "scarsa conoscenza del funzionamento del sistema contributivo della previdenza pubblica" e una scarsa capacità di scegliere gli strumenti di previdenza complementare. La causa? Secondo quanto emerso dalla plenaria è da ritrovare nella poca informazione e nella mancanza di fiducia verso lo strumento fondo pensione.
Fiducia e comunicazione sono quindi le due leve sulle quali puntare per riavvicinare gli italiani al tema previdenziale e portarli a realizzare la scelta giusta. Non è un caso che tra le quattro idee finaliste dell'iniziativa Call4Ideas, realizzata da Assogestioni in collaborazione con ItaliaCamp, quella presentata da Doriana Silvestri dell'Associazione Cultura Previdenziale dal titolo "Comunicazione Efficace" e che spinge per una comunicazione virale delle tematiche previdenziali, ha ottenuto il maggior numero di voti (il 32%) del pubblico dell'Auditorium dell'Università Bocconi.
"Certamente possiamo fare di più" ha commentato nel corso della tavola rotonda Fabio Galli. "Dobbiamo fare un salto di qualità" che, secondo il direttore generale di Assogestioni, arriverà grazie all'Europa. "La commissione europea, insieme al futuro Parlamento europeo, sicuramente porterà avanti il modello del personal pension che cambierà il quadro dell'industria e che potrebbe favorire la maggiore diffusione di piani individuali pensionistici".
Ma a riguardo sarà fondamentale, se si vuole ambire a modelli vincenti come quello svedese e quello statunitense (presentato in maniera dettagliata da Julia Bates di JP Morgan AM, ndr), avviare una revisione delle aliquote che caratterizzano la parte previdenziale degli investimenti: "abbiamo un sistema di aliquote bizantino" ha chiosato Galli "che va ripulito e ricondotto verso regole più chiare e in grado di agevolare una crescita di interesse da parte delle famiglie verso il sistema integrativo".
Un appello in parte accolto dall'Onorevole Senatore Enrico Morando, vice ministro dell'Economia e delle Finanze, che ha chiuso la plenaria conclusiva della quinta edizione del Salone del Risparmio. "Un impegno alla armonizzazione fiscale delle rendite finanziare lo voglio prendere" ha chiarito Morando ricordando, però, che quando si parla di politiche fiscali non si deve dimenticare che il governo agisce "in un contesto nel quale l'incertezza e la stabilità inducono a scelte molto settoriali. Si ragiona per segmenti, questo può generare forse degli errori e ci rendiamo conto che alcune decisioni, prese per adempiere all'impegno di copertura del finanziamento del nostro debito, potrebbero distorcere le scelte di risparmio degli italiani. C'è il rischio di soluzioni incoerenti e farraginosi sul tema fiscale che non contribuiscono a migliorare le aspettative, per questo voglio prendere l'impegno alla armonizzazione".