Efama. Crescono gli asset nel 2007, ma Germania, Francia, Italia e Spagna accusano i deflussi

Pubblicato il 1/4/2008

Nel secondo semestre 2007, l'industria europea dei fondi ha registrato riscatti per oltre 100 miliardi di euro. Il dato, contenuto nell'ultimo rapporto Efama, l'associazione che riunisce le società di gestione del Vecchio continente, riflette la crescente avversione al rischio degli investitori causata dalla maggior volatilità delle Borse e la sempre maggior concorrenza dei depositi bancari e dei prodotti strutturati in un contesto di aumento dei tassi di interesse.

In particolare, nell'ultimo trimestre, la raccolta è stata negativa per 40 miliardi di euro (61 miliardi nel trimestre precedente) per i fondi armonizzati (Ucits). Di conseguenza, le vendite nette per l'intero 2007 sono state pari a 170 miliardi contro i 452 miliardi del 2006. Tuttavia, il patrimonio complessivo è cresciuto, passando da 7.552 miliardi a 7.925 miliardi (oltre i fondi Ucits che hanno gli asset maggiori, 6.203 miliardi, il dato comprende i fondi non-Ucits, con un patrimonio di 1.723 miliardi).

Nel quarto trimestre, il Paese europeo con la peggiore raccolta è stato la Francia (-51 miliardi), che ha risentito più di altri della fuga dai monetari, causata dai timori legati ai mutui americani subprime. Nella classifica, seguono, con distacco l'Italia (-12,4 miliardi), dove l'industria dei fondi è stata penalizzata dalla concorrenza dei depositi bancari e dei prodotti strutturati, e la Spagna (-12 miliardi). Su base annua, il 2007 si è chiuso in rosso per i principali mercati del Vecchio continente (Germania, Francia, Italia e Spagna), mentre è stato positivo per il Lussemburgo (+188,5 miliardi) e per le aree nord e centro-orientali. Il trend della raccolta si è riflesso sugli asset. Tra i mercati più maturi, i maggiori incrementi sono stati registrati da Regno Unito, Irlanda e Lussemburgo. In contrazione, invece, il patrimonio in Germania, Spagna e Italia. Tassi di crescita superiori alla media europea si sono avuti nelle economie emergenti, in particolare Polonia e Turchia e in alcuni Paesi nordici come la Norvegia.

In termini di tipologia, nel quarto trimestre i deflussi hanno colpito soprattutto i fondi obbligazionari (-32 miliardi), seguiti dagli azionari (-25 miliardi) e dai monetari (-13 miliardi). Su base annua, gli azionari hanno registrato riscatti per 58 miliardi, gli obbligazionari per 60 miliardi, mentre hanno continuato ad attrarre nuovi sottoscrittori i bilanciati ed è rimasta forte la domanda per i fondi di fondi hedge in Francia, Svizzera e Italia e per quelli riservati ad investitori istituzionali in Lussemburgo, Germania, Danimarca e Regno Unito.

Secondo Bernard Delbecque, direttore della ricerca di Efama, le prospettive per il 2008 restano incerte a causa del debole quadro economico globale e della volatilità dei mercati. Di conseguenza, l'appetito per il rischio degli investitori dovrebbe rimanere basso, avvantaggiando i fondi monetari, almeno nel primo trimestre 2008. Nel medio termine, invece, una maggior fiducia potrebbe riportare l'interesse su azionari e obbligazionari.

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