2005-2015, il sorpasso dei fondi flessibili
L'aggiornamento dell'indagine "I sottoscrittori di fondi comuni italiani", firmata da Alessandro Rota e Riccardo Morassut e pubblicata da Assogestioni, conferma la crescita del numero di sottoscrittori dei fondi comuni italiani nell'ultimo triennio. Dati alla mano, tra il 2012 e il 2015 i sottoscrittori stimati sono passati dai 5,3 milioni del 2012 agli attuali 6,4 milioni, seguendo un trend di crescita costante negli ultimi 36 mesi.
E, anche se sono ancora lontani gli oltre 9,5 milioni di dieci anni fa, è proprio nel confronto con il 2005, ultimo anno che ha visto il numero di sottoscrittori superare quota 9 milioni, che emergono i risultati più interessanti. "Dal confronto con il 2005 emerge una fotografia di un'industria profondamente cambiata sul lato della domanda" spiega Alessandro Rota, direttore Ufficio Studi di Assogestioni, che subito evidenzia il grande mutamento nella composizione del portafoglio dei sottoscrittori di fondi comuni italiani: "In dieci anni le scelte degli investitori su questo fronte, anche in seguito ai grandi trend macroeconomici registrati, sono cambiate notevolmente. In particolare spicca il forte incremento della quota di fondi flessibili nei portafogli dei sottoscrittori".
Secondo l'indagine, infatti, i fondi flessibili hanno registrato la dinamica di crescita più pronunciata e oggi rappresentano la scelta principale per il 36% dei sottoscrittori, superando per la prima volta i fondi obbligazionari. Questi ultimi continuano ad avere un ruolo rilevante nelle scelte allocative degli investitori (37,1% nel 2005 e 33,5% nel 2015), "mentre abbiamo assistito a una progressiva erosione degli investimenti nei comparti azionario e bilanciato", continua Rota, "a fine 2015 solo l'8% e il 4% dei sottoscrittori concentrava i propri investimenti su questi due segmenti", che invece nel 2005 superavano, rispettivamente il 20% e il 9%.
Per quanto riguarda, invece, la modalità di sottoscrizione dei fondi, anche se continua a essere preferito il versamento unico (Pic) da quasi il 70% dei sottoscrittori, è in forte aumento la percentuale di coloro che scelgono la via esclusiva dei piani di accumulo (Pac). Questa forma di sottoscrizione è, infatti, passata, tra il 2005 e il 2015 dall'8,4% al 18%. Mentre rimane stabile il ruolo predominante del canale bancario nella distribuzione dei fondi italiani: 93% nel 2015 (contro l'87% del 2005).
Ma l'indagine registra dinamiche interessanti anche sul piano anagrafico. In particolare, tra il 2005 e il 2015 si assiste a un lento ma costante calo della proporzione degli uomini a favore delle donne che all'inizio del periodo considerato rappresentavano il 42% del totale dei sottoscrittori, alla fine del 2015 erano quasi il 46%. Analizzando, invece, la distribuzione geografica dei sottoscrittori si conferma che il 65% degli investitori risiede al Nord, il 18% nel Centro e il restante 17% nel Sud e nelle Isole.