Salone del Risparmio, Asset Manager sempre più importanti in Europa
Entro il 2017 entrerà in vigore la Mifid 2 con il delicato tema degli incentivi non monetari. Il dibattito è aperto. Al centro della seconda giornata del Salone del Risparmio 2015 la regolamentazione europea e, in particolare, il delicato tema della Mifid 2 e degli Inducements. Un tema che sicuramente avrà un impatto sull'attività degli asset manager operativi in Italia ma che non rivoluzionerà l'industria: "l'impianto normativo italiano è in linea con la Mifid 2 e non credo che assisteremo a grandi rivoluzioni, anche se un impatto sul settore lo registreremo" ha subito commentato il direttore generale di Assogestioni, Fabio Galli, che ha introdotto la plenaria di apertura della seconda giornata che ha visto, tra gli altri, gli interventi di Christian Dargnat (Presidente di EFAMA), Salvatore Gnoni (Investment and Reporting Division di ESMA) e Guy Sears (Director - Risk, Compliance and Legal di IMA, associazione dell'industria del gestito del Regno Unito).
Al centro dei tre interventi il delicato tema degli inducements e del futuro rapporto tra produttori, distributori e clienti finali. Secondo Dargnat è indubbio che stiamo assistendo e assisteremo, da qui al 2017 (anno di entrata in vigore della Mifid 2) un cambiamento nell'attività dei distributori, ma dovremo evitare gli effetti negativi registrati in paesi come l'India, il Regno Unito e i Paesi Bassi "dove il divieto agli inducements è stato già introdotto e ha inciso in maniera importante sullo sviluppo dell'industria".
In particolare, il presidente Efama ha ricordato la perdita di clientela dei financial advisors inglesi in seguito all'entrata in vigore della RDR e l'incremento notevole degli strumenti passivi a discapito della gestione attiva nei Paesi Bassi. Ma Dargnat si è comunque detto positivo sul futuro dell'industria, anche grazie al cambiamento di "atteggiamento di Bruxelles nei confronti degli asset manager che ora sono considerati attori importanti per il finanziamento dell'Europa". Un cambio di atteggiamento fondamentale in una fase delicata come quella attuale che ci vede l'Europa concentrata sull'importante progetto della Capital Market Union.
Un progetto ricordato anche da Salvatore Gnoni dell'ESMA che ha tranquillizzato la platea dell'Auditorium ricordando che "la regolamentazione europea riconosce le differenze tra i differenti paesi e quindi, anche su temi delicati come l'inducements e gli incentivi non monetari, prevede dei margini di manovra per adattare al meglio la normativa al singolo paese". Ma Gnoni ha ribadito a più riprese l'importanza di mettere al centro di tutto "l'alta qualità" dei servizi offerti al cliente finale, dal momento che, anche la Mifid 2, ha tra gli obiettivi "quello di voler rafforzare la fiducia degli investitori".
Due punti fondamentali anche per il Regno Unito, ha evidenziato Sears, che ha ricordato il punto focale di tutta la normativa anglosassone: "l'approccio adottato dal Regno Unito per i fund manager prevede un sistema normativo volto a incrementare il livello di competizione tra i player basato esclusivamente sulla qualità dei prodotti offerti. Per questo" ha concluso Sears, "non è consentito nessuna forma di incentivo, a meno che non si preveda un miglioramento del servizio al cliente finale".