Profili evolutivi della disciplina sulla gestione collettiva del risparmio

Pubblicato il 6/10/2016

La materia della gestione collettiva del risparmio è per sua natura soggetta a continue innovazioni tecniche e finanziarie; ed è, per sua natura, anche un punto di osservazione privilegiato dei meccanismi di funzionamento del mercato e dell’anelito dei Regolatori ad intervenire per disciplinarli nell’ottica di una maggiore tutela degli investitori. Negli ultimi anni il panorama disciplinare nel quale si muove la gestione collettiva del risparmio è mutato radicalmente sotto la spinta dell’incessante evoluzione della normativa comunitaria, incardinata sui due bastioni della direttiva 2009/65/CE (c.d. Ucits) e della direttiva 2011/61/UE (c.d. Aifmd).

La produzione normativa europea ha determinato una rilevante modificazione delle coordinate disciplinari domestiche. Si consideri, così, il d.lgs 4 marzo 2014, n. 44 di recepimento della Aifmd e di applicazione dei regolamenti europei Euveca ed Eusef nonché il d.lgs 18 aprile 2016, n. 71 di recepimento della direttiva 2014/65/UE (c.d. Ucits V) i quali hanno inciso in misura assai significativa sulla conformazione delle disposizioni in materia di gestione collettiva del risparmio contenute nel d.lgs 24 febbraio 1998, n. 58 (Tuf) e della relativa regolamentazione secondaria di attuazione.

Il volume, che raccoglie contributi di docenti, di esponenti delle Autorità di Vigilanza e di rappresentanti delle principali istituzioni nazionali ed europee intorno ai tre assi tematici della gestione collettiva del risparmio – soggetti, oggetto e vicende patologiche dell’organizzazione o del patrimonio –, si propone non solo di descrivere i principali aspetti sistematici e operativi della nuova disciplina, ma anche e, soprattutto, di evidenziarne gli aspetti problematici e così porre le basi per eventuali azioni correttive da intraprendere a livello normativo.

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