Mappa trimestrale del risparmio gestito – 2° trim. 2024

Pubblicato il 5/9/2024

Riguarda "The Big Picture", il talk di FR|Vision di presentazione dei dati, con l'intervento di Alessandro Rota, direttore Ufficio Studi, e a seguire la tavola rotonda con: Enzo Corsello, Country Head Italia, Allianz Global Investors, Daniele Funaro, Partner e EMEA Sector Leader Wealth & Asset Management, Bain & Company, e Paolo Proli, Co-General Manager e Head of Retail Division, Marketing and Products, Amundi SGR 

 

 

A metà 2024 il patrimonio del mercato italiano del risparmio gestito si è attestato a 2.374 mld euro, sostenuto in particolare a un effetto performance positivo dello 0,3% nel Q2, mentre il dato di raccolta è stato pari a -7,05 mld euro.

È quanto emerge dai dati definitivi della Mappa Trimestrale di Assogestioni per il secondo trimestre, illustrati da Alessandro Rota, Direttore dell’Ufficio Studi dell’Associazione, nel consueto talk di FR|Vision “The Big Picture”, disponibile on demand sulla piattaforma.

A impattare sul bilancio finale sono state soprattutto le gestioni di portafoglio, con un dato di raccolta di -5,25 mld euro, che merita alcune precisazioni. Rota ha infatti sottolineato: “Le gestioni retail di portafoglio per la clientela upper affluent e private nel secondo trimestre hanno attratto +2,37 mld euro di nuovi capitali. Le gestioni istituzionali hanno chiuso a -7,62 mld euro, un dato che tuttavia ha visto una raccolta netta positiva di 434 mln euro dei mandati previdenziali”.

L’analisi di “The Big Picture” si è però soffermata principalmente sulla categoria a maggiore partecipazione retail, quella dei fondi aperti che, in base all’ultimo Osservatorio sottoscrittori dell’Ufficio Studi, interessa circa 11 milioni di investitori italiani: tra aprile e giugno ha registrato una raccolta netta di -3,41 mld euro, mentre il patrimonio è risultato pari a 1.215 mld euro, in crescita rispetto ai 1.201 mld di fine marzo 2024.

Sulle masse dei fondi aperti – ha commentato Rota – sono intervenute tre dinamiche: i deflussi, un effetto mercato positivo dello 0,9% equivalente a +11 mld euro circa e un effetto perimetro che ha aggiunto ulteriori 6 mld euro. Sulla raccolta pesa ancora l’incertezza sui mercati, ma anche la concorrenza del risparmio amministrato”.

Lo spaccato per tipologia mostra che “la buona performance dei fondi italiani in termini di raccolta prosegue da almeno quattro trimestri e si sta intensificando, soprattutto per effetto del lancio di nuovi prodotti a scadenza”, ha precisato il Direttore dell’Ufficio Studi, aggiungendo: “Per contro, il dato negativo dei fondi esteri è da ricondurre in particolare ai deflussi che hanno interessato i prodotti assicurativi di cui spesso questi prodotti sono i sottostanti. Ciò detto, l’effetto mercato è risultato positivo per tutte le tipologie considerate”.

I numeri definitivi della Mappa Trimestrale hanno consentito al Direttore dell’Ufficio Studi di analizzare anche i canali di raccolta. “Il dato evidenzia una buona performance da parte delle reti, mentre le banche registrano una raccolta più volatile e i prodotti istituzionali e wrapper risentono dei disinvestimenti dai prodotti assicurativi”, ha affermato.

In merito ai dati per categoria Rota ha sottolineato: “Il dettaglio conferma il segno meno nel Q2 per i fondi azionari (-5,4 mld euro), bilanciati (-6,07 mld euro) e flessibili (-3,4 mld euro), mentre prosegue l’intensa raccolta positiva dei prodotti obbligazionari, in continuità con l’andamento dei trimestri precedenti e sostenuta dal lancio dei fondi a scadenza di nuova generazione, che fa perno sui tassi di interesse più elevati verificatisi sui mercati a partire dal 2022”. I fondi obbligazionari hanno infatti registrato 10,69 mld euro di afflussi tra aprile e giugno 2024, dato che porta la raccolta da inizio anno a 27,87 mld euro.

A proposito della competizione proveniente dai Btp, il Direttore dell’Ufficio Studi ha fatto notare come le famiglie abbiano dedicato un’importante massa di risparmio alle obbligazioni governative anche nel corso degli ultimi trimestri, a detrimento tanto dei depositi bancari quanto dei prodotti di risparmio gestito. “Questa – ha osservato Rota – è una sfida importante per la nostra industria, che possiamo affrontare attraverso l’innovazione di prodotto, come già accaduto con i fondi a scadenza di seconda generazione”.

Infine, completano il quadro delle gestioni collettive i fondi chiusi, che hanno attratto 1,6 mld euro di afflussi, di cui 917 mln euro confluiti versi i fondi mobiliari che investono in PMI non quotate.

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