Risparmio gestito acceleratore dei cambiamenti globali verso un’economia più sostenibile

Pubblicato il 9/12/2019

L’industria del risparmio gestito è chiamata a uno sforzo cruciale: essere acceleratore dei cambiamenti globali verso un’economia più sostenibile, inclusiva e responsabile. Nel mondo della gestione l’attenzione ai fattori ambientali e sociali è pratica già largamente diffusa e in crescita: secondo le stime di Morningstar, in Europa gli asset sostenibili crescono al triplo della velocità di quelli tradizionali. A fine giugno 2019 il patrimonio investito in fondi ESG è cresciuto del 7% a €1,06 triliardi, in aumento rispetto ai €992 miliardi di un anno prima. Nello stesso periodo, il patrimonio degli altri fondi europei è cresciuto del 2%[1]. Allo stesso modo, occorre riconoscere che lo sforzo di integrazione richiesto all’industria dal nuovo pacchetto di norme europee è tanto condivisibile quanto sfidante.

 

Gradualità e proporzionalità, criteri cardine dell’evoluzione ESG

Assogestioni ritiene che sia cruciale orientare l’azione normativa a criteri di flessibilità, gradualità e proporzionalità per evitare distorsioni del mercato, un ossequio solo formale delle regole e la limitazione dell’innovazione.

Flessibile, in quanto ispirata a principi e criteri condivisi, piuttosto che a prescrizioni troppo rigide e non in grado di lasciare spazio all’innovazione di prodotto e di processo sia per l’industria della gestione che per le società emittenti.

Graduale, in quanto si sta passando da un mondo autoregolamentato – in cui i gestori definivano la propria idea di sostenibilità senza ricorrere necessariamente a un linguaggio comune e standardizzato – a uno scenario caratterizzato da una disclosure molto più dettagliata, nel nome della massima trasparenza.

Proporzionata, in quanto deve riflettere le peculiarità delle diverse società, quali l’ampiezza degli asset in gestione, la complessità dei prodotti e l’estensione dell’orizzonte temporale. Si tratta di un cambiamento radicale che richiederà tempo per essere assorbito e implementato. Le informazioni messe a disposizione dalle società sono sempre maggiori, ma per essere sistematicamente incorporate in modelli di gestione e strategie che ottemperino alla nuova tassonomia dovranno rispettare precisi criteri di usabilità, standardizzazione, comparabilità e affidabilità.

 

Domanda e offerta

Affinché il crescente impegno da parte delle società di gestione sia lievito per una vera crescita della finanza sostenibile, occorre che ci sia una sensibilità crescente da parte della domanda. Giova ricordare che la SGR gestisce il patrimonio del cliente e, nel rispetto della propria due diligence, deve rispettarne il mandato.

In assenza di una specifica indicazione da parte degli asset owner – siano essi clienti retail o istituzionali – lo spazio di azione per le SGR per orientare le strategie di investimento verso il perseguimento di obiettivi di sostenibilità oltre l’integrazione delle variabili ESG nella valutazione del rischio è limitato. Ed è per questo che perché si dispieghino pienamente i benefici dell’azione della Commissione, è fondamentale lavorare anche sul lato della domanda, sia attraverso un supporto all’investimento di lungo periodo da parte dell’investitore retail, sia attraverso il rafforzamento del ruolo degli investitori istituzionali pazienti (tipicamente, i fondi pensione).

La maggiore trasparenza informativa e l’obbligo di verifica delle preferenze in tema di sostenibilità previsti dalle modifiche della MiFID nel confronto tra collocatore e cliente accrescono il ruolo e la responsabilità dell’investitore finale nell’orientare verso la sostenibilità gli investimenti e rendono centrale la necessità di una maggiore consapevolezza e di una migliore comprensione dei temi finanziari. Diventa dunque sempre più urgente lavorare sull’educazione finanziaria. La carenza di informazioni limita il ricorso degli investitori agli investimenti sostenibili, mentre chi ritiene di avere competenze più ampie investe una percentuale maggiore del portafoglio in fondi ESG e si attende rendimenti superiori[2].

 

L’impegno di Assogestioni in Italia

Assogestioni ha da tempo posto al centro della sua azione il tema della sostenibilità come driver evolutivo dell’industria del risparmio, promuovendo l’adozione di un approccio sostenibile agli investimenti e supportando le SGR nell’assunzione del ruolo di investitori responsabili nelle società presenti nei portafogli.

L’edizione 2019 del Salone del Risparmio, dedicata proprio al tema della sostenibilità degli investimenti finanziari, ha registrato un forte interesse per il tema non solo tra le società di gestione ma anche tra i consulenti finanziari, in prima fila nel sensibilizzare i propri clienti, quei risparmiatori che manifestano una crescente attenzione alla sostenibilità del proprio stile di vita e che accogliendo tale approccio anche nelle proprie scelte di investimento potranno essere il volano di un’autentica svolta verso un nuovo modello di crescita.

 

Articolo pubblicato nel manuale “L’Unione Europea e la finanza sostenibile. Impatti e prospettive per il mercato italiano”.

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