Raccolta fondi, il secondo trimestre cancella l’effetto Covid

Pubblicato il 2/9/2020

Grazie a una raccolta netta superiore agli 11,3 miliardi di euro nel periodo aprile-giugno l’industria del risparmio gestito cancella gli effetti negativi legati alla pandemia nel 2020. Lo si evince dalla Mappa trimestrale del risparmio gestito stilata dall’ufficio studi di Assogestioni.

Secondo i dati diffusi dall’associazione, il saldo netto da inizio anno, infatti, si riduce drasticamente da -12 miliardi di fine marzo ad appena -735 milioni a fine giugno, merito della raccolta portata a termine dalle Sgr sulle gestioni collettive (+16,2 miliardi). La quasi totalità dei flussi ha riguardato fondi aperti armonizzati Ucits mentre verso i fondi chiusi sono arrivati 1,3 miliardi di nuovi flussi netti.

La raccolta netta dei fondi aperti nel trimestre ammonta a 14,8 miliardi. La maggior parte dei flussi sono stati intercettati da fondi di diritto estero (15,28 miliardi).

Nel secondo trimestre gli investitori hanno favorito gli investimenti azionari verso i quali i flussi netti sono stati pari a 8,5 miliardi. Al secondo posto ci sono i fondi monetari (+4,2 miliardi), seguiti dagli obbligazionari (+2,9 miliardi) ed i bilanciati (+1,1 miliardi).

Da inizio anno però le preferenze si mantengono ancora orientate al breve termine: la categoria più gettonata rimane ancora quella dei monetari (12,45 miliardi). Gli azionari, che scontano la fuga del primo trimestre, tornano con un saldo positivo per 2,5 miliardi.

Il patrimonio gestito dall’industria sale a 2.266 miliardi, in particolare per effetto dell’attività di gestione. La quota degli asset investita in Fondi aperti e chiusi è del 48,5% (1.098 miliardi), mentre il rimanente 51,5% (1.167 miliardi) è impiegato nelle Gestioni di Portafoglio.

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