Italiani, cresce la voglia di risparmiare

Pubblicato il 31/10/2012

Il risparmio è fondamentale per un italiano su due. Ma soltanto il 28% delle famiglie sono riuscite a mettere da parte qualcosa e, in due casi su tre, questo risparmio è stato dirottato in strumenti di liquidità. E' questa la fotografia emersa dall'indagine realizzata dall'Acri (Associazione di Fondazioni e di Casse di Risparmio Spa), in collaborazione con Ipsos, in occasione della 88a Giornata Mondiale del Risparmio celebrata mercoledì 31 ottobre.

In particolare, secondo la ricerca, il 47% degli italiani continua ad avere una forte propensione al risparmio (era il 44% nel 2011 e il 41% nel 2010), ma rispetto agli ultimi due anni solo il 28% riesce a tradurre questa propensione in una vera e propria azione di risparmio (il 35% nel 2011 e il 36% nel 2010). Gli altri si dividono tra coloro che dichiarano di consumare tutto quello che guadagnano (il 40%) e coloro che decumulano risparmio o ricorrono al debito (il 31%).

Ma dove vengono dirottati i risparmi degli italiani? Secondo l'indagine condotta da Acri e Ipsos rispetto al 2011 troviamo sempre meno italiani che dichiarano di aver sottoscritto assicurazioni sulla vita/fondi pensione (il 19%). E' costante, invece, il numero di possessori di fondi comuni di investimento (11%) e in lieve aumento la percentuale di possessori di libretti risparmio (19%), di azioni (dal 6% all?'8%), di obbligazioni e certificati di deposito (dall?'8% al 10%) e di titoli di Stato (dal 5% al 9%). Precipita, invece, la voglia di "mattone". Se nel 2006 il 70% degli Italiani vedeva nel mattone l?'investimento ideale, e nel 2010 il 54%, l'anno scorso si è scesi al 43% per giungere all?'attuale 35% - dato inferiore anche a quello del 2001.

Due famiglie su tre, però, preferiscono la liquidità ed evitano gli investimenti. Secondo l'indagine realizzata in occasione dell'88a Giornata Mondiale del Risparmio, infatti, anche se il numero di coloro che reputa questo il momento migliore per investire in strumenti ritenuti più sicuri (risparmio postale, obbligazioni e titoli di Stato) ha raggiunto il suo massimo storico del 32%, la percentuale di coloro che ritengono sbagliato investire in una qualsiasi forma è salita in due anni dal 18% (nel 2010) al 28% (nel 2012), mentre sono costanti gli amanti dei prodotti più a rischio (sempre intorno al 5%). Il risparmiatore si sente attento soprattutto alla rischiosità dell?'investimento, ma non si sente in grado di identificare facilmente un investimento sicuro.

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