Presentato l'aggiornamento del 6° Rapporto Assogestioni-Censis

Pubblicato il 24/11/2025

Milano, 24 novembre 2025 – Gli italiani e l’educazione finanziaria. Il 55,7% degli italiani si dichiara interessato all’educazione finanziaria ed è disposto a dedicare parte del proprio tempo all’acquisizione o al rafforzamento delle competenze economiche e finanziarie. Il 42,9% degli italiani afferma di non avere né tempo né motivazione per accrescere le proprie conoscenze su risparmio, investimento e in generale economia. Sono disinteressati all’educazione finanziaria: il 38,6% dei giovani, il 40,4% dei 35-64enni e il 50,4% degli over 65; il 58,7% delle persone con basso titolo di studio, il 43,1% con diploma di maturità e il 37,3% tra i laureati. Questi sono alcuni dei risultati disponibili nella Nota per la Comunicazione del VI Rapporto Assogestioni-Censis «Il ruolo dell’educazione finanziaria nella cultura sociale del risparmio degli italiani».

Tante minacce scintillanti al risparmio degli italiani. Il 47,8% degli italiani dichiara di aver ricevuto proposte di investimento nel trading online, tramite social o telefonate, che in seguito si sono rivelate truffe. Inoltre, il 59,5% afferma di essersi più volte imbattuto in pubblicità accattivanti sui social relative a piattaforme di trading online.

La cautela che tutela. L’81,4% dei disinteressati all’educazione finanziaria e l’82,7% di chi si dichiara interessato sarebbe cauto di fronte a proposte di conti di deposito che offrono tassi molto alti; l’80,9% dei primi e l’82,8% dei secondi sarebbe prudente nel caso siano stimolati ad investire somme consistenti, rispetto al suo risparmio totale, su un solo prodotto finanziario/mercato; il 79,3% e l’83,5% nell’investire in aziende che stanno ottenendo grandi risultati economici, ma della cui situazione finanziaria si conosce poco; il 78,9% e il 76,7% nell’investire da solo in autonomia totale in criptovalute, a cominciare dai bitcoin; il 76,4% e l’81,6% per proposte di investimento tramite app di trading che annunciano grandi guadagni con piccole cifre. Dai dati, dunque, emerge che mostrano un atteggiamento complessivamente cauto di fronte alle sollecitazioni anche gli italiani che si dichiarano disinteressati all’educazione finanziaria. L’88,5% dei disinteressati poi si dichiara ancora più cauto e attento nella gestione dei propri risparmi in questa fase storica, ed è l’87,9% tra gli interessati all’educazione finanziaria.

Meglio farsi consigliare. Il 60,6% dei disinteressati e il 62,6% degli interessati dichiarano di preferire il supporto di un esperto per investire i propri soldi. Riguardo a coloro che investono in strumenti finanziari emerge che il 48,4% dei disinteressati ricorre ad un consulente che lo segue con una certa stabilità e il 36,0% ad una banca o finanziaria quando deve procedere ad investire; tra coloro che si dichiarano interessati all’educazione finanziaria le percentuali sono rispettivamente del 52,4% e 48,2%. Inoltre, il 31,9% degli italiani è propenso a utilizzare piattaforme di trading online, purché affiancato da un consulente. È poi il 43,2% dei disinteressati all’educazione finanziaria e il 53,5% di chi si dichiara interessato a ritenere che il trading online semplifica la gestione degli investimenti, ma non può sostituire il consulente.

Una cultura pragmatica. Il rapporto con la tecnologia non risente in alcun modo del grado di interesse e coinvolgimento nell’educazione finanziaria. Infatti, il 90,1% dei disinteressati e il 91,8% degli interessati è convinto che per valorizzare il contributo di innovazione delle tecnologie occorrono regole a tutela dei cittadini e della società (ad esempio per la privacy, per combattere le fake news ecc.). E l’88,2% dei disinteressati e il 90,7% degli interessati pensano che nuove tecnologie sono positive se, e solo se, migliorano la qualità della vita della maggior parte dei cittadini, non solo di alcuni di essi.

«Il Rapporto conferma che, al di là del livello di alfabetizzazione finanziaria, esiste una consapevolezza diffusa sull’importanza di affidarsi a figure professionali nella gestione del risparmio» ha commentato il Direttore Generale di Assogestioni, Fabio Galli. «In un contesto segnato da una crescente esposizione a fonti non qualificate e a promesse di guadagni facili, la gestione professionale – svolta da operatori autorizzati e vigilati – costituisce un presidio essenziale per la tutela del risparmio. L’educazione finanziaria svolge un ruolo complementare di strumento di consapevolezza: aiuta le persone a riconoscere il valore della competenza e della trasparenza. È da questa alleanza tra professionalità e consapevolezza che si costruisce un sistema finanziario più inclusivo e orientato al lungo termine».

 

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