Educazione finanziaria, una sfida generazionale

Pubblicato il 30/1/2024

Disponibile l’aggiornamento del 4° Rapporto Assogestioni-Censis «Le competenze finanziarie delle diverse generazioni di risparmiatori»

 

L’ansia di gestire il risparmio. I continui shock socioeconomici che hanno caratterizzato gli ultimi mesi hanno avuto un impatto ansiogeno sulle famiglie, non solo in generale, ma anche in relazione alla gestione delle finanze personali. Dall’aggiornamento del 4° Rapporto Assogestioni-Censis emerge che per il 49,3% degli italiani occuparsi di risparmio e investimenti genera ansia e preoccupazione. A soffrirne maggiormente sono giovani e over 65: nel dettaglio, il 50,7% dei rispondenti tra i 18 e i 34 anni e il 54,4% degli ultrasessantacinquenni, contro il 45,6% degli adulti (35-64 anni).

A scuotere i risparmiatori è stata principalmente la necessità – imposta dai cambiamenti vorticosi dello scenario geoeconomico – di apportare delle modifiche alle proprie scelte finanziarie e ripensare i porti sicuri del passato, come ad esempio, la tradizionale predilezione per la liquidità, che ora rischia di essere erosa dall’inflazione. Un segnale del cambiamento intervenuto nel mercato del risparmio è arrivato dalla risalita dei tassi di interesse. Ben il 44,1% dei giovani, il 36,3% degli adulti e il 31,6% degli anziani ha affermato di essersi sentito personalmente penalizzato da questo fenomeno. E, in effetti, il Censis stima che nel secondo trimestre 2023 il potere d’acquisto delle famiglie in termini reali abbia subito una riduzione dell’1,7% su base tendenziale.

Conoscenze finanziarie di base alla prova. Il quadro in piena evoluzione richiede delle competenze per gestire il cambiamento repentino. Competenze che spesso sono inadeguate e non consentono ai risparmiatori di prendere decisioni informate sulla gestione del denaro e sulla pianificazione del proprio futuro. Lo studio ha indagato la conoscenza dei risparmiatori degli effetti concreti dell’inflazione sui redditi, evidenziando come a una domanda sulla variazione del potere di acquisto in presenza di prezzi e redditi raddoppiati, abbia risposto in modo errato il 27,0% dei giovani, il 23,0% degli adulti e ben il 53,2% degli anziani. Un’altra verifica delle conoscenze di base ha riguardato la differenza tra azioni e obbligazioni. La risposta sbagliata è stata data dal 13,0% dei 18-34enni, dal 10,2% dei 35-64enni e dal 12,2% degli over 65. Ma il dato sintomatico arriva sommando a questi numeri quelli di coloro che non hanno saputo indicare una risposta: nell’ordine, il 36,6%, il 24,7% e il 35,1%.

«Gli italiani affrontano il futuro lasciandosi guidare dall’istinto. Nello stesso modo gestiscono le dinamiche del risparmio» ha detto Giorgio De Rita, Segretario Generale del Censis. «Reagire istintivamente, in alcuni momenti, ha dato loro ragione, ma la carenza di conoscenze in materia di cultura finanziaria negli ultimi tempi li ha messi in difficoltà».

L’età influenza competenze e percezioni. Lo spaccato per età mette in evidenza la debolezza dei risparmiatori più anziani. Gli over 65 sono anche la categoria meno propensa a riadattare l’utilizzo dei propri risparmi a fronte dell’evoluzione dello scenario. Hanno cambiato idea solo il 28,7% degli anziani, contro il 48,4% dei giovani e il 40,4% degli adulti. Le conoscenze e la reattività variano in funzione dell’età dei risparmiatori, mettendo in luce la necessità urgente di promuovere una maggiore educazione finanziaria su larga scala e, allo stesso tempo, di adottare approcci specifici per le diverse generazioni.

L’educazione finanziaria come valore. La diffusione di una maggiore alfabetizzazione finanziaria è un’esigenza sociale strutturale e permanente, che si è solo intensificata alla luce dei cambiamenti repentini del nostro tempo.

«La tutela e la valorizzazione dei risparmi individuali sono uno strumento di empowerment delle famiglie. Se adeguatamente mobilitato e gestito, il risparmio privato rappresenta una risorsa preziosa per il sistema economico italiano» ha commentato Saverio Perissinotto, presidente del Comitato EduFin di Assogestioni. «L’educazione finanziaria è dunque un valore, in quanto la gestione consapevole del risparmio è una forza promotrice di benessere economico, stabilità finanziaria di lungo termine e realizzazione dei propri progetti personali».

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